Si stima che nel mondo una donna su tre subisca violenza fisica o sessuale e, nella maggior parte dei casi, questo avvenga all’interno delle mura domestiche.
Prima della pandemia da COVID-19, 243 milioni di donne e ragazze, di età compresa tra i 15 ei 49 anni, hanno subito violenza sessuale e/o fisica da parte del proprio partner. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, la violenza contro le donne, in particolare quella domestica, si è ulteriormente intensificata.
Non sempre la casa è il luogo sicuro che tutti vorremmo avere e, quando è così, le convivenze forzate date dalle misure di contenimento per il coronavirus hanno portato, nei peggiori dei casi, a situazioni drammatiche ed infauste.
Sono 91 le donne vittime di femminicidio in Italia dall’inizio del 2020, ossia una vittima ogni tre giorni.
La dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le donne (1993) la definisce “qualsiasi atto di violenza di genere che provoca o possa provocare danni fisici, sessuali o psicologici alle donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che si verifichi nella vita pubblica o privata”.
Molto spesso la violenza di genere agisce ad un livello nascosto, in quanto gli abusi, soprattutto se subiti all’interno della famiglia, non vengono denunciati per paura di peggiorare la situazione, rimanendo così impuniti fino al verificarsi di un evento estremo.
Un altro elemento di estrema importanza che va tenuto in considerazione è che sono gli episodi traumatici e ripetuti nel tempo che lasciano ferite e traumi profondi a livello psicologico.
Al fine di prevenire l’esacerbarsi dell’atto violento ritengo fondamentale entrare nel merito delle dinamiche alla base di esso per riconoscerlo in tempo e, se ci si trova in situazioni analoghe, cercare aiuto.
Come si mette in atto la violenza di genere? La psicologa Lenore Walker ha individuato 4 fasi: vediamole di seguito nello specifico.
IL CICLO DELLA VIOLENZA
Fase dell’accumulo della tensione: la violenza non si manifesta in maniera diretta, ma il maltrattante inizia ad assumere atteggiamenti ostili nei confronti della donna. Questa fase non ha una durata precisa può, infatti, durare qualche settimana o addirittura anni. Emergono la violenza verbale e alcuni tratti di quella psicologica. Se da un lato l’uomo accusa la donna delle sue insoddisfazioni, dall’altro la donna può arrivare a colpevolizzarsi e, quindi, reagire cercando di essere il più possibile gentile ed accondiscendente nel tentativo di risolvere la situazione.
Fase dell’esplosione della violenza: è la fase in cui avviene l’aggressione. La violenza può essere fisica, sessuale e/o psicologica. La vittima si sente inerme e solitamente non riesce a chiedere aiuto in un breve arco temporale.
Fase del pentimento: caratterizzata da scuse e dalla classica promessa “non si ripeterà più”. È la fase della manipolazione emotiva, dove l’aggressore può arrivare a far sentire la compagna responsabile del proprio comportamento. La donna, esausta e sconvolta per la violenza subita, può arrivare a convincersi che cambiando il suo comportamento potrà prevenire un ulteriore aggressione.
Fase della luna di miele; l’assalitore si scusa per il suo comportamento, è un momento costellato da regali o fiori alla vittima. La donna, quindi, immagina che il compagno possa veramente essere cambiato e che gli episodi di violenza possano non ripetersi più. Questa fase termina quando iniziano nuovamente i litigi.
Il ciclo di violenza non finirà fino a quando un partner non se ne andrà o deciderà di intraprendere un percorso psicoterapeutico.
È fondamentale essere consapevoli della situazione per poter interrompere il ciclo della violenza. Un uomo non deve far sentire la donna costantemente inadeguata, come se non fosse mai abbastanza e sicuramente non si possono accettare agiti violenti.
Se ti trovi in questa situazione, non aspettare un minuto in più, rompi il silenzio e chiedi aiuto.
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Per supporto psicologico a Milano e online:
Dott.ssa Jessica Combi
Psicologa e Psicoterapeuta
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