La crisi sanitaria ed economica dovuta alla diffusione del Coronavirus ha portato a grandi cambiamenti nella vita di milioni di persone.
Abbiamo fatto il punto della situazione in merito con la Dott.ssa Jessica Combi, Psicologa e Psicoterapeuta.
La grave emergenza sanitaria derivante dalla diffusione del Coronavirus e i relativi provvedimenti legislativi volti al contenimento dell’epidemia hanno portato a stravolgere la vita quotidiana di milioni di persone, con inevitabili riverberi sulla salute psicologica collettiva. Per cercare di fare il punto della situazione e capire quali strategia adottare di fronte alla situazione abbiamo intervistato la Dott.ssa Jessica Combi, Psicologa Clinica, Psicoterapeuta e fondatrice della pagina Facebook “Psicologia e Psicoanalisi da Freud ad oggi”.
Dott.ssa Combi, partiamo dalle conseguenze psicologiche dettate dalla paura di trovarsi di fronte ad una malattia in precedenza sconosciuta. Quale atteggiamento è possibile adottare per far fronte alla paura?
Il Coronavirus o Covid-19 è un avversario sconosciuto, invisibile, ed, in quanto tale, vissuto come qualcosa di incontrollabile e minaccioso che crea angoscia. Innanzitutto credo si debba partire dal cercare di fare chiarezza e comprendere la differenza tra paura e angoscia. La paura è un’emozione primaria che svolge un ruolo fondamentale, ossia ci difende da un possibile rischio. Se vedo un fuoco sarà proprio grazie alla paura che non mi brucerò.
Non demonizziamo la paura, ma accogliamola e facciamo in modo che questa non sfoci nel panico o nell’angoscia derivante da qualcosa di indefinibile, come accennato prima. L’atteggiamento più consono che possiamo adottare è in primo luogo quello di rispettare le misure di contenimento, quali il distanziamento sociale e il rispetto delle norme igieniche.
Facendo questo non verremo contagiati e non trasmetteremo il virus, evitando così un possibile aumento il numero dei casi. Ciò che invece dobbiamo il più possibile evitare è che la paura diventi panico, perché è quello che può generare comportamenti irrazionali e controproducenti. Un esempio di questo è la corsa all’accaparramento nei supermercati o le fughe di massa a cui abbiamo assistito prima del blocco totale degli spostamenti. Risulta, pertanto, fondamentale cercare di riprendere lucidità mantenendo il più possibile un equilibrio tra la paura esperita e il rischio effettivo di contagio.
Un ulteriore punto di difficoltà è dato dallo stravolgimento delle abitudini quotidiane, dettate dalle misure volte a limitare la diffusione di Covid-19 attraverso la restrizione alla mobilità personale. Come affrontare dal punto di vista psicologico lo stress derivante da questo enorme cambio di paradigma?
La vita frenetica di prima è stata improvvisamente messa in pausa. Ci si sente privati della libertà, delle nostre abitudini. Il tempo, pieno di spazi vuoti, che talvolta non si sa come riempire, trascorre lento interamente tra le mura domestiche. Questo repentino cambiamento di stile di vita ci pone davanti alla sfida del riadattamento a qualcosa che fino ad oggi era sconosciuto per la maggior parte di noi.
Tra le strategie da mettere in atto per far fronte a questa difficilissima situazione c’è innanzitutto quella di misurare il tempo di esposizione ai media. Teniamoci informati, ma ricordiamoci che abbiamo la necessità di non essere inondati dalle notizie, dandoci il tempo per pensare. Questo ci permetterà di non attivare reazioni inadeguate, una mente meno sopraffatta da informazioni che scatenano molto spesso pensieri negativi sarà più capace di attivare delle risorse più funzionali per fronteggiare le difficoltà.
Scegliamo un’alimentazione sana, equilibrata e consapevole. Sia se in famiglia che da soli concentriamoci su quello che stiamo preparando e creiamoci uno spazio anche temporale per gustare il pasto in tranquillità. Un altro aspetto fondamentale sarà il mantenere la regolarità dei ritmi sonno-veglia. Dormire bene non solo migliora il funzionamento del sistema immunitario, ma ha anche influenza sui ritmi biologici della fame e dell’umore. Riscopriamo le nostre passioni. Quante volte ci è capitato di pensare di voler coltivare un talento o un interesse ma non ne avevamo il tempo, ora è arrivato il momento per farlo.
Cerchiamo di includere nelle nostre giornate anche dell’attività fisica moderata da fare in casa, eventualmente anche con l’ausilio della tecnologia, rendendolo un momento ludico e magari anche di condivisione con gli amici. Le solitudini e le convivenze forzate sono difficili da sostenere. Regaliamoci del tempo per qualcosa di bello per noi e per gli altri. Siamo distanti, ma non soli. Entriamo in contatto in primis con noi stessi, con i nostri vissuti emotivi e con l’altro, rifiorendo come persone e consolidando il senso di appartenenza.
Riuscire a comprendere le emozioni esperite ci darà modo di non mettere in atto comportamenti poco efficaci per far fronte alla difficile situazione che stiamo vivendo. A questo proposito sto attivando un’iniziativa di carattere ricreativo e informativo, in sinergia con il fotografo Paolo Liaci, finalizzata proprio al raggiungimento di una maggiore consapevolezza delle emozioni provate attraverso ciò che l’arte fotografica è capace di evocare. Tale progetto è consultabile sulla pagina Facebook che ho fondato “Psicologia e Psicoanalisi da Freud ad oggi – Dott.ssa Jessica Combi” e il mio sito internet jessicacombi-psicologa.it.
Dal punto di vista dell’adattamento al cambiamento, potrebbe dare ai lettori dei consigli pratici per impostare una routine sana all’interno delle mure domestiche? Come organizzare le nostre giornate senza perdere il senso della quotidianità che ci apparteneva in precedenza?
I nuovi ritmi di vita ci richiedono di impostare delle nuove routine, ma è necessario mantenere il più possibile una continuità con quella era la nostra vita di prima. Si potrà cercare di ricreare delle nuove abitudini, seppur nel rispetto delle restrizioni date dal distanziamento sociale a cui dobbiamo attenerci. Il tempo non dovrà essere qualcosa di indefinito e disordinato. Manteniamo un orario di sveglia, un tempo per i pasti, per il lavoro, ritagliando del tempo per la cura personale e non dimenticandoci di inserire dei momenti per la socializzazione attraverso l’ausilio della tecnologia e per l’attività fisica.
Talvolta la più grande difficoltà è data dall’autogestione delle proprie giornate. Molte persone mi dicono “ho tutto il tempo e arrivo a sera che non ho concluso nulla”. Questa è un’opportunità per imparare a organizzarlo e sfruttarlo al meglio ed è proprio in questo momento che è in nostro totale potere decidere come strutturare la nostra quotidianità.
Un problema molto sentito in questo periodo, soprattutto per le persone anziane che si trovano ad affrontare le restrizioni da sole, è quello della solitudine. Quale consiglio dare alle persone in età avanzata che si trovano improvvisamente distanti fisicamente da familiari e amici?
Gli anziani sono purtroppo i più colpiti da questa pandemia. Sono i più soggetti ad avere complicazioni gravi in caso di malattia e, di conseguenza, sono anche quelli che devono mantenere un isolamento più stringente proprio per evitare il contagio. Questo li porta a dover rimanere lontani per lunghi periodi da figli, nipoti e amici incrementando sempre più il senso di solitudine che, talvolta, si accompagna anche a una sensazione di inutilità e ad un calo dell’umore.
Tutte le volte che leggiamo o sentiamo una notizia sembra esserci il messaggio sottostante che questo virus uccida soprattutto gli anziani. Come si sentono loro? Questa comunicazione li sta facendo sentire come una popolazione di serie “B”, quando non solo non è vero ma, a mio avviso, non è proprio accettabile. Il ruolo di un genitore non più giovane o di un nonno è fondamentale e va valorizzato. Per gli anziani consiglio innanzitutto di tutelare la propria salute evitando gli spostamenti, ma sempre mantenendo il contatto quotidiano con amici e parenti.
Ricordiamoci che la distanza non deve essere sinonimo di solitudine. Possiamo essere distanti fisicamente, ma questo non ci impedirà di essere vicini emotivamente. Anche in questa fascia d’età sarà possibile riscoprire interessi e passioni che erano state messe da parte. Aiutiamoli a ritrovarle e ricordiamoci che cambiare le abitudini dopo una certa età è molto difficile, in quanto c’è una scarsa capacità di adattamento. Sarà, pertanto, necessario innanzitutto comprenderli e accompagnarli in questo complicato, ma non impossibile, riassestamento.
Infine, un’ultima domanda riguardo al momento della futura ripartenza: quando l’emergenza dettata dal Coronavirus giungerà al termine, potremmo trovarci davanti ad un mondo per molti aspetti differente rispetto a quello conosciuto in precedenza. Può darci qualche suggerimento rispetto a come prepararci alla sfida che ci attende?
Il coronavirus ci ha portato a renderci conto della precarietà della vita e della nostra fragilità. L’esperienza sanitaria in atto sta sconvolgendo le nostre vite come un vero e proprio “tsumani”. Sarà necessario mettere in atto tutte quelle strategie di cui abbiamo parlato, cercando di prevenire l’insorgenza di una emergenza psicologica successiva. In questi casi mi piace parlare di resilienza, ossia la capacità di far fronte agli urti della vita, di riadattarsi e ricostruirsi.
Se saremo in grado di vedere anche gli aspetti positivi dietro a questa esperienza così dolorosa forse avremo l’opportunità di ritrovare anche quei valori che sembravano persi in una società sovraccarica di superficialità come quella degli ultimi tempi.
Quando è la salute e la vita stessa a essere messa in discussione il valore di ciò che è veramente importante riemerge all’improvviso. Ritengo che questa possa essere un’occasione per tutti noi per una ripresa ricca di insegnamenti che, se usati bene, ci porteranno ad entrare autenticamente in contatto con noi stessi, con gli altri e, di conseguenza, uscirne trasformati e rinnovati.
Ringraziamo la Dott.ssa Jessica Combi per la sua gentile disponibilità e ricordiamo che è possibile ricevere maggiori informazioni sulla sua attività divulgativa e clinica sulla pagina Facebook “Psicologia e Psicoanalisi da Freud ad oggi”.
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